Il 17 giugno 2019 l’ONU ha presentato un rapporto molto interessante sul futuro sviluppo della demografia mondiale.

Si tratta di un’analisi che qualunque investitore razionale dovrebbe avere ben chiara per decidere come investire il proprio patrimonio guardando al futuro.

Attualmente la popolazione mondiale conta circa 7,7 miliardi di individui, ma le proiezioni a 30 anni mostrano che nel 2050 la popolazione del pianeta è destinata ad aumentare a 9,7 miliardi di persone.

Lo stesso rapporto evidenzia, inoltre, che la popolazione mondiale sta invecchiando. A oggi il numero degli over 65 ha superato, a livello globale, quello dei bambini sotto i 5 anni e nel futuro il fenomeno è destinato a diventare più marcato.

Questo, in molti paesi del mondo, accade soprattutto per due motivi:

  • le condizioni generali di vita sono molto migliorate nel corso degli ultimi 50 anni e hanno di fatto allungato la durata media della vita (l’aspettativa di vita alla nascita nel 2019 è, a livello globale, di 72,6 anni);
  • si registra un importante calo dei tassi di natalità.

Come spesso scrivo i numeri non mentono, descrivono con accuratezza una situazione oggettiva.

Per questo motivo chi intende investire guardando al futuro non può ignorare questi dati.

Esistono differenti fattori che intercettano, sotto varie forme, questa evoluzione, e che possono essere utilizzati come veicoli d’investimento per cavalcare dal punto di vista finanziario questo fenomeno globale.

Questi elementi spaziano dai temi legati all’acqua, a quelli legati alle risorse energetiche e alimentari e soprattutto ai temi legati alla sanità.

Esiste un’area che tocca tutti questi temi citati e, non a caso, è uno dei settori dove si registrano i maggiori tassi di crescita e di sviluppo di questi ultimi anni: è il comparto delle biotecnologie o biotech.

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Cosa sono le biotecnologie?

L’enciclopedia Treccani le definisce come: “Tecnologie che controllano e modificano le attività biologiche degli esseri viventi per ottenere prodotti a livello industriale e scientifico”.

Una definizione molto ampia per una scienza così multidisciplinare, che coinvolge biologia e biochimica, ma anche fisica, chimica, tecnologia dei processi, scienze dei materiali e informatica.

In parole semplici, le biotecnologie consentono di ottenere industrialmente, da microrganismi o da parti di essi, prodotti utilizzabili nella diagnosi, prevenzione e nella terapia di numerose patologie, nel settore agroalimentare e zootecnico, nell’industria chimica e dell’ambiente.

Quindi una serie di applicazioni molto variegate che abbracciano tutti i settori citati in precedenza, interessati dal processo demografico nella sua interezza.

Quali sono i principali settori coinvolti?

Vediamo ora i principali settori in cui vengono utilizzate le biotecnologie.

Farmacologia

Il settore farmacologico è uno di quelli più coinvolti dallo sviluppo delle biotecnologie.

Le ricerche si indirizzano verso le cure per patologie come il cancro o le malattie neurodegenerative.

Lo sviluppo della ricerca va nella direzione delle terapie farmacologiche idonee a trovare una soluzione per quelle malattie rare e/o ereditarie per le quali oggi la medicina tradizionale non offre soluzioni definitive.

Si parla quindi di nuovi antibiotici, vaccini, fattori di crescita, ormoni, farmaci antinfettivi, antitumorali, emoderivati, farmaci con ambiti d’intervento molto diversi tra loro.

Si è arrivati perfino alla creazione di nuovi tessuti in vitro, idonei alla cura di patologie particolarmente impattanti e nell’intervento dei grandi infortuni.

I ritorni offerti da questi nuovi farmaci sono davvero ampi.

Biomedicina 

Una delle frontiere dove si avventura la biotecnologia è quella della terapia genica, che mira alla risoluzione delle patologie intervenendo direttamente sul difetto genetico che le induce.

In pratica si prefigge l’obiettivo di correggere l’informazione sbagliata trasmessa dai geni agendo sul DNA.

In altre parole ci si è spinti verso una vera e propria ingegneria genetica.

Tale approccio ha innescato una serie di riflessioni, di carattere etico, incentrate sui limiti che la biomedicina deve avere.

L’intervento diretto sul DNA, al fine di indurre un’evoluzione pilotata se non addirittura nuovi organismi progettati a tavolino, tocca sfere molto delicate, non solo a livello medico: necessita, quindi, di una regolamentazione chiara e puntuale.

La clonazione dei geni è una pratica che può portare enormi vantaggi dal punto di vista medico, ma comporta implicazioni etiche che richiedono la definizione di un perimetro d’azione delineato in modo chiaro e inequivocabile.

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Ecologia

Delle applicazioni biotecnologiche importanti sono quelle destinate alla tutela ambientale, sia dal punto di vista del trattamento preventivo degli scarichi civili e industriali, sia per la riqualificazione di aree inquinate.

Il trattamento preventivo si evolve attraverso l’eliminazione delle sostanze tossiche, la riduzione delle emissioni gassose e lo smaltimento degli elementi inquinanti.

Il trattamento ricostitutivo si esplica con interventi volti al risanamento dei terreni e delle acque, tali da riportare a condizione sanificata aree compromesse.

Uno degli ambiti ecologici più interessanti è lo sviluppo di combustibili rispettosi dell’ambiente, che oltre a non impattare sulle risorse naturali esistenti, mira alla riduzione degli effetti inquinanti.

Industria chimica 

Anche nell’industria chimica, le biotecnologie trovano i più ampi margini di applicazione. 

Gli interventi sono molteplici nei processi di lavorazione e trasformazione degli elementi chimici.

Enzimi e polimeri sono i due principali ambiti in cui le biotecnologie vengono impiegate.

Agricoltura e allevamento 

Gli sviluppi più decisi, in questi ultimi anni, sono stati proprio nel settore agrario.

La ricerca, infatti, si è impegnata nella tutela delle coltivazioni in termini qualitativi, attraverso lo sviluppo di pesticidi naturali e fattori nutritivi specifici, volti alla conservazione del patrimonio genetico originale e quantitativi al fine di migliorare le rese dei raccolti.

Con le stesse finalità le ricerche sono state applicate in ambito animale.

Le modifiche genetiche su piante e animali hanno spostato le frontiere dell’agricoltura e dell’allevamento, anche se le polemiche non sono mancate.

Alimentare

Anche l’industria alimentare trova grandi vantaggi dall’utilizzo delle biotecnologie.

La ricerca è indirizzata in quest’ambito al miglioramento dei processi di conservazione e trasformazione dei prodotti.

L’enologia, l’industria casearia e la panificazione sono solo alcuni dei maggiori beneficiari di questi processi.

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Perché investire nel biotech?

La motivazione che spinge all’investimento nel comparto appare semplice ed è legata a una facile domanda: puoi farne a meno?

La risposta è nella natura stessa del biotech:

  • coinvolge una moltitudine di settori differenti, 
  • è protagonista di un’evoluzione naturale, 
  • cavalca un cambiamento trasversale e difficilmente modificabile, 
  • consente ampia diversificazione, 
  • permette l’accesso a rendimenti importanti e superiori alla media degli investimenti standard, è una nicchia ma allo stesso tempo vede protagoniste aziende patrimonializzate, 
  • è strategico per tutta una serie di trasformazioni sociali e industriali alle quali non ci si potrà sottrarre, 
  • è catalizzatore di investimenti e innovazione,
  • è di certo un protagonista del domani.

Quanto è il fatturato del settore biotecnologico?

Il comparto biotecnologico è un settore con tassi di crescita molto interessanti, ampiamente a doppia cifra, paragonabili ai tassi di crescita dei nuovi settori che vivono vere proprie stagioni di sviluppo esponenziale.

Il fatturato del settore in questi anni è superiore ai 140 miliardi di dollari ed è destinato a raddoppiare, con lo sviluppo demografico di cui abbiamo parlato poco fa. Senza dubbio una vera opportunità d’investimento.

Inoltre, numerose sono le operazioni di M&A che coinvolgono le aziende protagoniste, che hanno visto diversi colossi adoperarsi per acquisire società strategiche con diverse specializzazioni. 

Un esempio ne sono le più recenti operazioni:

  • Pfizer ha acquistato Array BioPharma Inc. per 11,4 miliardi di dollari;
  • Merck ha acquistato Tilos Therapeutics per 773 milioni di dollari;
  • 3M ha acquistato Acelity per 7 miliardi di dollari;
  • Merck ha acquistato Antelliq per 2,1 miliardi di dollari.

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Quali sono i rischi di un investimento nel settore biotecnologico?

Il comparto è tutt’altro che privo di insidie. 

I rischi legati agli investimenti in questo settore sono quelli tipici che si riscontrano nei settori innovativi:

  • la volatilità dei prezzi può essere elevata, influenzata da dinamiche non sempre riconducibili all’andamento economico;
  • i costi della ricerca che le imprese sono chiamate ad affrontare sono di norma elevati; 
  • il tasso di insuccesso, specie per le aziende start up o di piccola dimensione, è alto.

Ecco, quindi, che le parole d’ordine sono sempre le stesse: prudenza nelle scelte, specializzazione in chi è chiamato alla selezione e diversificazione di portafoglio.

Nonostante i numerosi e diversi strumenti per accedere al settore, è richiesta una preparazione non comune per effettuare scelte ponderate. Non c’è spazio per chi si improvvisa.

Come investire nel biotech?

Sono numerosi gli strumenti a disposizione per investire nelle biotecnologie:

  • è possibile investire attraverso l’acquisto sul mercato delle azioni principali del settore; 
  • si possono acquistare azioni delle holding multinazionali che possiedono aziende e marchi specializzati. Per fortuna le aziende target idonee a perseguire lo scopo sono molte e ubicate in diversi paesi. Fattore che consente allo stesso tempo ampia scelta e una buona diversificazione;
  • sono utilizzabili fondi tematici specializzati. Numerose società d’investimento, nel comparto da diverso tempo, offrono una buona storicità. La loro diversa origine e tipologia permette un’efficiente selezione;
  • quotati sul mercato troviamo anche diversi ETF, che consentono l’accesso diretto al comparto, con tutti i vantaggi intrinseci degli strumenti stessi.
  • fondi chiusi specializzati nell’investimento nel comparto, ma vista la complessità e la vastità del settore, sono necessarie diverse accortezze nella scelta, che vanno dalla trasparenza nella scelta degli investimenti alla conoscenza specifica delle aziende selezionate.

A prescindere dallo strumento scelto come veicolo di accesso, il peso specifico che questi investimenti devono avere all’interno dei singoli portafogli, va tarato in maniera oculata e specifica a seconda del profilo e del progetto dell’investitore.

In ultima analisi, ritengo che siano davvero molti i portafogli che dovrebbero considerare di destinare uno spazio adeguato a questa tipologia di investimento, specie se l’orizzonte temporale selezionato non è di breve termine e il profilo di rischio consente di tollerare le oscillazioni tipiche.

In ultima analisi, i ritorni ottenibili sono di gran lunga superiori a quelli standard.

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