Come scegliere un fondo comune? Esiste un metodo per poter stabilire se un fondo è migliore di un altro? Scopriamolo.

Prima di partire in quarta verso i metodi di selezione, ti faccio una semplice domanda: sai veramente cos’è un fondo comune d’investimento?

Cerchiamo di capirne di più.

Come scegliere un fondo comune?

Diverse persone, sia clienti che lettori del blog, in differenti occasioni mi hanno chiesto come si fa a scegliere un fondo comune.

E’ ormai assodato che andare a pescare i fondi nella lista dei migliori dell’anno precedente, non è una buona strategia. Adottando questo metodo sono molte di più le delusioni che i casi di successo.

Spesso gli investitori, professionali e non, si trovano a dover scegliere un fondo comune per il loro portafoglio tra i tanti che investono su uno stesso tema o con un identico mandato.

Mi spiego con un esempio: ipotizziamo di essere in procinto di costruire il nostro portafoglio. Una volta stabilito che una quota vada investita nel comparto delle azioni americane, perché funzionale alla nostra strategia, orientarci nella scelta del fondo da utilizzare può diventare un’attività piuttosto complicata. La mole di offerta di fondi comuni che investono in questo comparto (praticamente la totalità delle società di gestione del risparmio) è veramente ampia.

Anche in questo caso abbiamo imparato che guardare le performance passate, sebbene sia una pratica utile, non è la scelta ottimale, anzi, spesso conduce a uno degli errori classici studiati dalla finanza comportamentale.

Analizzare il comportamento di un fondo studiando solo le performance cumulate in uno o più determinati periodi, può essere utile per ricavare un punto di vista, ma non ci fornisce un metro di valutazione oggettivo tale da consentirci una scelta consapevole.

Molti sono i fattori che possono aver determinato, nel bene e nel male, i risultati ottenuti. Basti pensare come il semplice fatto che un gestore non lavori più nel team di gestione può può influire sul risultato finale.

Ecco che allora investire guardando al futuro e basando le nostre scelte osservando solo lo specchietto retrovisore, può portare a gravi incidenti di percorso.

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Metodi per scegliere un fondo d’investimento

Esiste dunque un metodo per poter scegliere un fondo comune attraverso un metodo razionale e oggettivo che consenta una scelta consapevole e non guidata dalla fortuna?

La risposta ancora una volta non è semplice, altrimenti investire sarebbe un’attività facile e tutti potrebbero guadagnare facilmente. Sappiamo entrambi che il film è diverso.

Esistono più parametri e metodi di osservazione che ci possono aiutare quando dobbiamo scegliere un fondo comune, o meglio, il fondo comune più efficiente per la nostra strategia.

Partiamo dicendo che di un fondo possiamo valutare due parametri fondamentali:

  • il rendimento ottenuto;
  • il rischio che incorpora.

Ecco che l’osservazione di questi parametri ci viene in soccorso da più direzioni. Utilizzo il termine “direzioni” perché possono essere usati diversi parametri e punti di osservazione per valutare l’efficienza e il comportamento dei fondi, sempre partendo dalle due variabili citate.

Questi i metodi più utilizzati:

  • indicatori RAP (Risk Adjusted Performance);
  • l’analisi di regressione e gli indici Alpha e Beta;
  • la Return Style Analysis.

Non hai capito nulla? Più che normale, se non sei cintura nera di matematica finanziaria.

Scegliere un fondo comune d’investimento con gli indicatori RAP

Se hai pensato alla musica quando hai letto l’acronimo, tranquillo, è una delle reazioni più comuni.

I Risk Adjusted Performance sono rapporti matematici tra diverse variabili del fondo, che forniscono valori oggettivi di efficienza.

L’efficienza dello strumento può essere quindi stimata attraverso questi indicatori, sia nei confronti della media di settore che tra i fondi che investono con il medesimo mandato.

Questi i principali indicatori RAP:

  • indice di Sharpe;
  • indice di Modigliani;
  • indice di Treynor;
  • indice di Sortino;
  • Tracking Error;
  • Tracking Error Volatility;
  • Information Ratio.

Ti risparmio le relative formule di matematica finanziaria per calcolare ognuno di questi indicatori.

Questo articolo non vuole essere una lezione di matematica finanziaria, non sono un professore e non mi voglio atteggiare. Il mio obiettivo è semplicemente quello di mettere in luce come dovrebbero essere fatte le scelte d’investimento che gli investitori (professionali e non) sono chiamati a fare, e come affrontare quella che a occhi inesperti può apparire come un’attività semplice, che nella realtà sottintende un lavoro complesso.

Scegliere un fondo comune d’investimento con i coefficienti Alpha e Beta

L’analisi di regressione è una tecnica matematica che si usa per studiare il comportamento di una variabile dipendente da una o più variabili indipendenti e le loro relazioni reciproche.

Anche questa volta non hai capito nulla? Tranquillo sei in ottima compagnia, è normale.

Cerco di tradurre venendo ai nostri scopi. Attraverso l’analisi di regressione si cerca di stabilire che relazione esiste tra il rendimento del fondo che stiamo prendendo in esame e le performance del mercato di riferimento, ossia il suo benchmark.

Se ci pensi è un’ulteriore informazione basilare, infatti se gli indicatori RAP ci hanno dato informazioni relativamente all’efficienza del fondo, studiando rendimento e rischio, con questo tipo di analisi andiamo a cercare la relazione matematica che esiste tra rendimento del fondo e il mercato di riferimento.

E’ certamente un ulteriore tassello che ci serve per descrivere come si comporta il fondo e ci può essere di grande aiuto quando dobbiamo selezionare questo strumento.

Anche in questo caso ti risparmio le formule matematiche, ma nel titolo del paragrafo ho citato due variabili presenti nella formula stessa: Alpha e Beta. Vediamo cosa indicano.

Beta è un numero che può assumere valori tra 0 e 1, per indicare la sensibilità dello strumento alle variazioni del mercato.

Esprime come varia la performance del fondo in relazione all’andamento del mercato. Se il Beta assume valori superiori a 1, significa che la performance del fondo assumerà valori superiori (amplificati) a quelli del mercato (nel bene e nel male); al contrario se assume valori inferiori a 1, significa che la performance del fondo sarà inferiore (ridotta) rispetto a quella del benchmark di mercato, anche in questo caso nel bene e nel male.

Alpha è un numero che che può assumere anche valori negativi, che esprime l’abilità del gestore di produrre performance oltre quella che è lecito attendersi dal fondo in relazione al suo Beta.

Alpha può essere nullo e addirittura negativo, e ci dice immediatamente che quello strumento è gestito in una maniera non troppo efficiente ed è meglio utilizzare direttamente il benchmark.

Facciamo qualche esempio.

Se un fondo presenta Beta pari a 1,2, significa che mediamente le sue performance saranno amplificate del 20% rispetto a quelle ottenute dal benchmark, sia in termini positivi, ma anche in termini negativi.

In pratica le performance del fondo saranno migliori del 20% se il mercato sarà positivo e peggiori del 20% se il mercato sarà negativo.

Il benchmark per definizione ha Beta pari a 1. In altri termini, il Beta ti dice quanto è rischioso il fondo.

L’Alpha invece ti dice quanta performance è attribuibile all’attività di acquisto e vendita del gestore, e se vale quindi la pena scegliere il suo approccio di gestione oppure direttamente il benchmark, o in alternativa un altro strumento.

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Return Style Analysis: definizione e uso per scegliere un fondo comune d’investimento

Questo tipo di approccio viene utilizzato soprattutto nell’ambito dei portafogli multi brand per avere una chiara idea di che tipo di fondi stiamo utilizzando, partendo dai risultati conseguiti dagli stessi.

In pratica, questa analisi, messa a punto dal premio nobel William Sharpe, permette in modo deduttivo di capire cosa c’è veramente all’interno di un fondo partendo dall’analisi delle serie storiche dei suoi rendimenti.

Alla base c’è la deduzione che il rendimento ottenuto dal fondo sia determinato dalla media ponderata dei rendimenti dei benchmark di riferimento presenti nel portafoglio.

A seconda dell’asset finale che vogliamo ottenere, possiamo scegliere un fondo comune piuttosto che un altro, utilizzando una o più metodologie (e/o indicatori) e selezionando il metodo più corretto per evidenziare quelle caratteristiche che abbiamo deciso essere le discriminanti per la nostra scelta.

Quanto costa investire in un fondo comune?

Un parametro altrettanto importante e determinante nelle nostre scelte risiede proprio nei costi che dobbiamo sostenere.

Spesso analizzando gli indicatori sopra evidenziati sorge spontanea la domanda: “ma se questi sono i risultati, chi me lo fa fare di pagare le commissioni di gestione di questo fondo? Mi compro un ETF e il risparmio è già una performance positiva!”.

Il costo è certamente un parametro da avere ben presente nella fase di valutazione, ma non deve essere l’unico o la discriminante principale.

Non c’è un unico fattore discriminante, ma una serie di fattori che, in relazione al mercato che ci attendiamo, all’asset che stiamo costruendo e al comportamento che desideriamo dal fondo che stiamo cercando, ci possono e ci devono guidare nella scelta del fondo comune più adatto alle nostre esigenze.

Bisogna fare attenzione ai costi, certo, ma penso sia più importante trovare quello che stiamo cercando, sia in termini di performance/efficienza, che in termini di rischio.

Dove trovo le piattaforme e gli indicatori per scegliere il fondo comune d’investimento?

Qui c’è una nota dolente: la maggior parte degli indicatori che abbiamo illustrato non sono disponibili sulle normali piattaforme gratuite e/o di accesso agli investitori privati.

Normalmente le piattaforme gratuite forniscono delle schede con solo alcuni di questi indicatori. Esiste la possibilità di avere analisi più dettagliate e approfondite pagando un canone mensile, un abbonamento alle principali piattaforme di analisi dei fondi.

Di solito queste piattaforme utilizzano un sistema interno di analisi che fornisce, in base ad una serie di valutazioni fatte dal team di analisi interno alla piattaforma stessa, un giudizio di efficienza dello strumento preso in considerazione.

Certamente è una via facilmente percorribile, ma non esaustiva nella ricerca dello strumento migliore per i tuoi scopi.

La piattaforma più utilizzata in Italia è certamente Morningstar, ma che nella versione gratuita fornisce solo alcuni (in verità pochi) degli indicatori visti fin qui.

Ve ne sono altre più o meno specializzate e con un’ampia gamma di fondi analizzati.

Ad esempio Quantalys, specie nella formula a pagamento, è una delle piattaforme più complete e approfondite che puoi trovare.

La maggior parte delle piattaforme sono costruite in ottica professionale e orientate verso l’utilizzo da parte di investitori professionali e/o istituzionali.

Poi ci sono piattaforme che, per complessità e costi di gestione/abbonamento, sono ad appannaggio esclusivo degli operatori professionali.

Chiaramente queste sono più complete e performanti rispetto alle altre, ma non di libero accesso.

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Altri fattori utili per scegliere un fondo comune d’investimento

Quelli visti fin qui sono parametri oggettivi ricavati matematicamente da alcune variabile dei fondi.

Esistono anche degli indicatori qualitativi che non poggiano la loro attendibilità sul raffronto numerico, ma sono comunque aspetti rafforzativi e distintivi dell’efficienza del fondo stesso.

Altri elementi che aiutano nello scegliere un fondo comune sono:

  • il team di gestione;
    Rappresenta un aspetto determinante e deve essere stabile senza continue variazioni. Un buon gestore che con il suo team governa un fondo per molti anni, lo fa con una visione di lungo termine, approccio che tende a stabilizzare anche i rendimenti del fondo. Altra caratteristica ricercata è l’esperienza del team, non per forza espressa dalla seniority, ma la competenza e l’esperienza nel settore oggetto d’investimento sono aspetti che fanno la differenza.
  • il processo d’investimento;
    Costituisce il metodo e il criterio adottato dal team per selezionare i titoli che andranno a comporre il portafoglio. In molti casi è proprio il processo d’investimento la chiave di lettura di certe sovra o sotto performance di alcuni strumenti.
  • dimensioni e risorse a disposizione;
    Le dimensioni possono incidere sull’efficienza gestionale. Fondi che hanno avuto successo e sono diventati molto grandi investendo in settori di nicchia, possono avere problemi di gestione perché saturano il mercato.

Anche fondi con risorse inadeguate in settori particolari che richiedono processi d’investimento articolati, possono andare incontro a difficoltà di gestione notevoli.

Queste informazioni, a volte, non sono a disposizione degli investitori privati, ma sono sfumature di dominio degli investitori professionali e istituzionali.

Il giusto approccio per scegliere un fondo comune d’investimento

Che tu stia costruendo l’asset allocation del tuo portafoglio da zero, o che stia cercando uno strumento per investire su un particolare mercato, uno dei fattori più importanti da tenere presente oltre agli aspetti visti finora, è l’ottica con la quale devi guardare al fondo.

I fondi sono strumenti con pregi e difetti ed è necessario avere ben chiare le informazioni viste in precedenza, per poter rispondere a tre semplici domande:

E’ veramente quello che serve a:

  • me? (Rispetta il mio profilo di rischio?);
  • il mio portafoglio? (E’ adatto alle scelte che ho fatto/sto facendo e al mio orizzonte temporale?);
  • la mia strategia? (E’ funzionale rispetto agli obiettivi che sto perseguendo?).

Può essere lo strumento più efficiente del mondo, ma se non rispetta questi parametri non è lo strumento giusto per te.

Questa è l’ottica corretta da assumere quando devi scegliere un fondo comune. Devi guardare in avanti conoscendone le caratteristiche, per valutare se queste si sposano con quello che serve a te e sono adatte allo scenario che ti attendi.

Guardando solo alle performance passate capisci da solo a quali rischi ti espone.

Come scegliere un fondo comune: cosa fare concretamente?

Fin qui abbiamo visto cosa valutare per scegliere il fondo comunque, ma come si fa concretamente?

Puoi farlo tu direttamente in autonomia, ma devi:

  • possedere una preparazione finanziaria;
  • essere abbonato alle piattaforme di analisi;
  • reperire le informazioni che ti consentono di scegliere;
  • disporre del giusto tempo da dedicare alla ricerca e all’analisi;
  • aver maturato un minimo di esperienza.

Non è un’attività banale, ma alcuni dei miei clienti sono dei veri e propri assi in materia, realmente appassionati con grandi competenze. Ma sono veramente eccezioni.

Se anche tu, come la maggior parte delle persone, non hai le risorse necessarie elencate qui sopra, o il tempo da dedicare visto che devi pensare alla tua attività, devi per forza affidarti a un professionista.

Esattamente quello che fai quando hai una decisione importante da prendere e vai dal medico specialista, dal commercialista molto noto o dall’avvocato di fiducia, ne cerchi uno preparato, esperto e riconosciuto.

Sei fortunato, perché la tua ricerca è finita ancor prima di iniziare, qui sotto trovi il link per contattare uno dei migliori. Contattami e ti risponderò entro 24 ore, per fissare una consulenza gratuita.

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